No, questo Paese non può funzionare (così)
Foto di Viktor Talashuk su Unsplash
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Lunedì scorso mi sono recato in ospedale per una visita di controllo, pianificata e prenotata da mesi direttamente dal medico che mi aveva visitato precedentemente. Tutto bene, la visita finisce in pochi minuti. Il medico compila a mano un foglio, aggancia l'impegnativa, scrive alcuni appunti (crocette su una griglia) sulla prestazione erogata.
“Bene, con questo foglio può recarsi al CIP (Centro interno di prenotazione, da non confondersi col CUP, Centro unico di prenotazione) per farsi fare il foglio per il pagamento”. Vado dunque in questo ufficio. Una macchina che distribuisce i numeri (ma nessuno in coda), due addetti pronti ad accogliermi. Consegno il foglio, inseriscono i dati, gettano via il foglio precedentemente compilato dal medico, stampano dei fogli, me ne consegnano uno e tengono gli altri per loro. “Adesso può andare a pagare, ma poiché le hanno prescritto anche un'altra prestazione, deve andare al CUP a prenotarla. Dall'altra parte dell'ospedale.”
Vado dall'altra parte dell'ospedale a prenotare. L'ospedale è grande, ci metto circa dieci minuti. Non c'era nessuno in coda. Altri fogli ritirati, altri stampati. “Posso pagare qui?”. “No, deve andare al totem automatico, ma quello vicino è guasto. Provi in giro, ce ne sono vari”.
Per farla breve, a fronte di una visita di dieci minuti, ho girato due sportelli e ho dovuto cercare un totem per pagare. Dieci minuti di visita, oltre mezz'ora di burocrazia.
Perché il medico non ha potuto fare subito il foglio per il pagamento - come invece avviene quando si effettuano visite in ospedale, ma in libera professione? Perché tenere aperti due uffici (vuoti), due macchine per i numeri, riscaldamento, computer, stampanti, ecc. (e relative manutenzioni) per una procedura burocratica del genere? Perché non unire CIP e CUP, al massimo aggiungendo uno sportello al secondo, visto che ce ne sono molti chiusi in una stanza decisamente sovradimensionata?
Sono queste le domande che, quotidianamente, molti di noi si pongono quando hanno a che fare con la gestione pubblica.
Manca qualsiasi tipo di ottimizzazione. Ogni volta che si parla di semplificazione, di dematerializzazione, di riforma, io tremo. Perché so che per farlo verranno create commissioni e pool di esperti (a caro prezzo), spesso composte da persone abituate a gestire la burocrazia delle procedure, non il vero e proprio funzionamento del servizio. Persone abituate a inventare e approvare passaggi e archiviazioni di fogli. Cosa ci sia poi dietro quei fogli è puramente secondario.
C'è distanza abissale tra chi definisce le procedure, chi muove le carte e il vero e proprio funzionamento di un servizio pubblico. E chi decide non ha spesso la minima idea di cosa accada davvero nel “mondo reale”.
È necessario un cambiamento radicale nella gestione della burocrazia e dei servizi pubblici. Occorre eliminare gli ostacoli inutili, ridurre la quantità di passaggi e snellire le procedure. Ma come fare? La soluzione potrebbe essere coinvolgere direttamente coloro che lavorano sul campo e che conoscono la realtà quotidiana dei servizi. Solo con il loro contributo e la loro esperienza sarà possibile individuare le inefficienze e lavorare per migliorare il sistema. Anche, e in special modo, gli stessi addetti dei servizi pubblici. Quelli che fanno poi il lavoro, non quelli che lo decidono "dall'alto".
È giunto il momento di mettere in discussione i vecchi metodi e di trovare soluzioni innovative per rendere il nostro Paese più efficiente e funzionale. Per fare ciò, è indispensabile una maggiore collaborazione tra le diverse parti coinvolte e la volontà di ascoltare e imparare da chi vive quotidianamente le difficoltà del sistema pubblico.
La burocrazia non deve essere un ostacolo, ma uno strumento per migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo essere pronti a cambiare e a mettere in discussione le vecchie abitudini. Solo così potremo trasformare il nostro Paese e renderlo un luogo in cui la pubblica amministrazione funzioni al meglio, per il bene di tutti.