Furti di Inizio Carriera

Furti

Tutti noi abbiamo dovuto affrontare la famosa gavetta. Tutti abbiamo dovuto mandare giù dei bocconi amari, subire delle prepotenze, sottostare a dei compromessi inaccettabili quanto ridicoli. Il risultato è una profonda tristezza, un forte senso di insoddisfazione e di essere stato raggirato. La cosa peggiore è quando queste cose tornano a galla.

Non parlerò della prima, grande fregatura lavorativa (lo farò, più avanti), ma della seconda. O terza, a seconda dei punti di vista.

Mettersi in proprio è sempre stato un passo importante, che di solito andrebbe fatto ad una certa età, con una certa esperienza e con un certo parco di conoscenze. Farlo a 25 anni, in un posto in cui si hanno poche conoscenze e in un settore già sufficientemente saturo diventa ancor più difficile. E i primi anni sono duri, non si possono fare previsioni né pianificazioni di spesa. Le tasse ci sono (specialmente a quei tempi, senza il discorso dei regimi minimi), le spese anche, i clienti sono pochi e bisogna darsi da fare per farsi apprezzare e crearsi uno spazio.

Tornando a circa dieci anni fa, ero in quelle condizioni. Uscivo da una realtà lavorativa che mi aveva sicuramente stimolato ma, allo stesso tempo, trattato in maniera indegna, specialmente nella parte finale, e mi ero spinto verso una libera professione che stava partendo. Le cose non andavano male, ma c'era bisogno di incrementare il parco dei clienti e dei lavori. Sono situazioni tipiche, e il passaparola diventava importante. Non esistevano neanche i social network, allora.

Avevo da poco guadagnato un cliente, uno Studio Legale, che occupandosi di diritto internazionale aveva rapporti quotidiani con l'Estero. In pratica, le loro bollette telefoniche erano stratosferiche proprio perché il 90% delle chiamate era intercontinentale, una situazione dispendiosa e poco pratica.

Dopo un colloquio, decisi di proporre l'installazione di un server VOIP dedicato nel loro studio, suggerendo loro l'apertura di un contratto con un importante fornitore di fonia VOIP nazionale. Mi avrebbero pagato SE avessero effettivamente risparmiato, e non spesero nulla per l'installazione del server in quanto riutilizzai un vecchio PC che avevano in studio e che avevano dismesso. Debian Linux come base, Asterisk (anzi, il defunto CallWeaver) come centralino.

Dopo un mese, mandai la fattura di qualche centinaio di euro per il lavoro: il cliente aveva già risparmiato oltre duemila euro di telefonate, ed era soddisfattissimo perché la linea tradizionale dello studio era ora più libera per chiamate locali e per ricevere. Un successo stratosferico, di cui andavo fiero.

Dopo alcuni mesi, causa installazione di altri telefoni VOIP in studio, l'Avvocato mi presentò un suo amico d'infanzia, un titolare di una azienda Informatica. Parlammo un po' e trovammo alcuni punti in comune: loro volevano intraprendere una gestione sistemistica Unix, nonché la fornitura di sistemi VOIP e un altro servizio, che però non citerò per evitare ripercussioni.

La loro proposta era di assunzione, ma per varie ragioni preferivo mantenere il mio status di libero professionista. Mi fecero dunque una proposta ancor migliore, ma rifiutai, e ci accordammo per una collaborazione continuativa a contratto di fornitura. Volevo mantenere libertà e partita IVA, invece che essere assunto. L'opposto di ciò che accade oggi ai giovani, che vengono costretti a prendere le partite IVA per non dover dare le tutele (e pagare le altissime tasse) che un normale contratto richiederebbe.

Andai varie volte nella loro sede e realizzammo un sistema perfettamente funzionante, andammo anche da alcuni clienti a proporlo (insieme, in quanto ero l'unico a sapere come fosse stato sviluppato), che denotarono interesse ma che, essendo estate, rimandarono a periodi successivi. Rimasi d'accordo, con l'azienda, che ci saremmo risentiti dopo l'estate e che mi avrebbero riconosciuto una percentuale sulle forniture. In caso di mancanza di forniture, mi avrebbero pagato comunque la consulenza.

Non li ho più sentiti e dopo la sospensione Natalizia decisi di telefonare. Mi risposero con estrema cortesia: il progetto non aveva preso piede, e vista la situazione mi chiedevano la gentilezza di sorvolare sulla fattura, promettendomi alcuni progetti successivi con date ed entità certe. Un po' dubbioso ma accettai, in quanto non vedevo grosse alternative. Non ero nelle condizioni di mettermi a fare casino e avevo più interesse ad andare avanti. Dunque lasciai stare.

Dopo circa un anno, mi telefonò l'Avvocato dello Studio: c'era urgenza di aggiungere alcuni account VOIP e casualmente erano presenti due tecnici dell'azienda del suo amico. Mi chiedevano le password di root, per procedere. Le negai, dicendo che all'interno (vero) c'erano delle parti di software da me scritte e di proprietà intellettuale. Mi assicurò che nessuno le avrebbe toccate o viste e che, per legge, ero tenuto a fornire le credenziali in quanto il server era di loro proprietà, nei loro locali, e non c'era alcun vincolo contrattuale che li legasse a me per le modifiche in oggetto.

Presi tempo, con la scusa di dover rientrare e trovare la password (cosa peraltro vera) e mi documentai. L'Avvocato, ovviamente, aveva ragione. Fornii la password. Mi ringraziarono e la conversazione terminò.

Neanche due giorni dopo, il mio server OpenVPN mi notificò che c'era un'altra macchina, con la stessa chiave, che stava tentando di collegarsi alla mia rete. Alias, avevano clonato il server e lo avevano avviato. Come e perché lo potevo immaginare: due mesi dopo, sul loro sito sbandieravano che stavano realizzando un server VOIP casualmente con le stesse caratteristiche di quello che avevo realizzato per lo studio legale.

Ero giovane, non fesso. Avevo inserito un kill-switch1, per cui consentii alla loro macchina di collegarsi alla mia VPN e attivai la procedura. In pochi minuti, la macchina smise di chiedere l'accesso via VPN. E non ha più cercato di farlo. Dal loro sito sparì il progetto di realizzazione di server VOIP, e non è più riapparso.

Discorso diverso per il servizio che avevo sviluppato per loro. Pochi mesi dopo, iniziarono a fornirlo pubblicamente sul loro sito, a canone. Li contattai, e mi ripeterono che non avevano avuto alcun cliente interessato. Peccato che avessi preso ben due provvedimenti per salvaguardarmi (ripeto, giovane ma non fesso):

  1. Ogni installazione avrebbe effettuato un collegamento verso il mio server, a cui avrebbe inviato qualche statistica di utilizzo (nessuna violazione di dati personali). Ne avevo già cinque che contattavano, quotidianamente, il mio server
  2. Avevo, volutamente, inserito delle imprecisioni nelle specifiche.

Dopo mesi, lanciarono un altro servizio, con nome diverso. Mi dissero che non era quello che avevo realizzato io, ma una cosa che avevano creato internamente basandosi sulla mia idea ma ricreandola da zero. Peccato che sia le imprecisioni nelle specifiche che i collegamenti verso il mio server avvenivano anche da questo nuovo servizio. Era una copia del mio, ma avevano inventato tutto questo, immagino, per non dovermi riconoscere nulla.

Decisi di muovermi. Parlai con l'Avvocato (amico-di-amico, dunque speravo affidabile, per lo meno di fronte al fatto compiuto). Inutile dire che mi scoraggiò, dimostrando di non essere certo un uomo di legge ma una sorta di prostituta a servizio dei suoi amici: "Le spese sarebbero elevate, dovresti chiamare un perito e farti seguire da un avvocato, in quanto io, puoi immaginare, non posso certo andare contro il mio amico. Lascia perdere.". Chiesi semplicemente un intervento, in nome dell'amico-di-amico che ci aveva messi in contatto, per sbrogliare un minimo la faccenda. Se ne lavò le mani, quasi dicendo che stavo inventando tutto per ottenere un profitto.

Decisi di lasciar perdere e guardare avanti, senza distruggermi il fegato su queste cose.

Oggi, dopo quasi 10 anni, mi è capitata tra le mani la pubblicità ancora di quel servizio, ancora con quelle imprecisioni, che l'azienda fornisce ancora. Un sorriso amaro, ed ecco questo articolo sul blog , che avrei volentieri scritto molti anni fa ma che, per evitare beghe o di rovinarmi la giornata con una cosa ancora fresca, ho fin ora evitato.


  1. dd if=/dev/zero of=/dev/sda 

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