Generazioni a confronto
Riporto anche qui una lettera che ho inviato alla rubrica "Italians" di Beppe Severgnini e che e' stata pubblicata in data 25/12/2007, come regalo di Natale.
Bologna, Novembre 1998. Due giovani studenti universitari,arrivati da poco e ancora spaesati, escono di sabato sera. Il programma è di raggiungere altri amici, dall'altra parte della città, e andare al cinema. Prima una bella piadina da poche migliaia di lire in un pub, poi sull'autobus verso la meta. Grazie allo status di neo-studenti il cinema costa meno ed è una delle opzioni più interessanti per passare una serata in allegria. Entrambi con alle spalle famiglie benestanti, pensano comunque ai costi da esse sostenuti e cercano di tagliare le spese inutili pur evitando una vita vuota. Dopo aver visto il film, tutti a fare quattro passi in centro. Poi, visto che è tardi, si torna a casa. Gli autobus, durante la notte, passano solo ogni settanta minuti per cui l'opzione più ovvia è l'andare a piedi: in poco più di un'ora ce la dovrebbero fare. Si parla dell'università, degli esami che verranno tutti insieme a giugno, dei professori che respingono due studenti su tre e chi passa prende dei voti bassi ma questa è la vita: lottare, tra mille difficoltà, per diventare qualcuno e ottenere ciò che si desidera. Non stasera, però: mancano mesi, possono rilassarsi un po', il loro iter durerà almeno altri cinque anni. Arrivati a casa hanno molta fame e, insieme agli altri due coinquilini, preparano una bella spaghettata aglio olio e peperoncino. Sono le 4 del mattino e sono felici, pur sentendosi pesci fuor d'acqua nella nuova e grande città.
Bologna, Dicembre 2007. Giovani studenti si incontrano verso le 18.30 in centro. Vanno in un bar e prendono un'aperitivo (da almeno 10 euro) poi tutti in una trattoria. Cenano, chiacchierano e decidono che è ora di uscire. Il locale scelto è lontano e le opzioni sono due: auto a noleggio con autista o taxi? Meglio la seconda, meno formale. Peccato che i taxi siano tutti impegnati, tanti giovani hanno avuto la stessa idea. Dell'autobus (ogni 70 minuti) non si fa menzione,troppo scomodo. Taxi: 40 euro, da dividere in tre, per andare e tornare. Ma sono studenti, hanno almeno tre anni davanti e una buona media da guadagnarsi. Parlano dell'insegnante che, addirittura, respinge uno su dieci e mette molti voti sotto al 28. Inconcepibile. Non vogliono parlarne, il parziale è tra una settimana, manca ancora molto. Tornano all'alba e vanno a letto ubriachi. Spesa: 50 euro. Non importa: sono studenti fuori sede, sentono il distacco e meritano del relax. La vita è dura. Come cambiano rapidamente le generazioni!
E' arrivata una risposta, sempre sulla stessa rubrica, in data 1/1/2008. Non la riporto per correttezza, non avendone richiesto il permesso all'autrice, ma lascio un link per chi vuole andare a leggere. Ho gia' risposto alla ragazza (la mia era una provocazione, generalizzare e' sempre sbagliato e sicuramente non e' tutto come dico io). Cio' che mi ha lasciato perplesso e' il numero di mail di appoggio che ho ricevuto da ragazzi ventenni, delusi dal sistema universitario e concordi con quello che ho detto. Boh...
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