Hacker e' una vera e propria filosofia

Salve a tutti. Aggiungo qui un intervento da me fatto (e pubblicato) nella rubrica "Italians" di Beppe Severgnini. Buona lettura!

Caro Beppe e cari Italians,

vorrei chiarire il vero significato di un termine che sempre più spesso viene utilizzato a sproposito, gettando cattiva luce su chi da esso si sente rappresentato. Il termine è «hacker». I media, il cinema e la mentalità popolare ci hanno abituati che l'hacker è «colui che è esperto del mezzo informatico e lo usa per scopi maligni».

«Un hacker è entrato in una banca dati e ha cancellato tutto» oppure «I dati delle carte di credito sono stati rubati da un hacker». Questo disonora i veri hacker e getta fango su tutta la categoria degli esperti di informatica. L'hacker è colui che ama «smanetttare e studiare a fondo qualcosa che ha di fronte», che vuole ottenere di piu' dallo strumento che ha a disposizione. Ma non per scopi illeciti o immorali, bensì per il piacere di studiare e comprendere a fondo ciò che ha tra le mani. Esempi del mondo reale? Prendiamo una porta blindata. L'utente «medio» è quello che sa che essa è sicura e la usa quotidianamente. Non si pone altre domande, sa usare le chiavi e questo è sufficiente. L'hacker è quello che decide di smontarla per vedere come è fatta al fine di capirne a fondo i meccanismi più interni. Poi? Basta, magari pensa a come si potrebbe migliorare. Quello che i media chiamano hacker, ma che hacker non è, smonterebbe la porta per capire come è fatta, e utilizzare le conoscenze acquisite allo scopo di sabotarne o forzarne altre. Questo non è un hacker, ma un criminale. Molti bambini sono hacker: smontano i propri giocattoli per vedere come sono fatti. Io lo ero. E lo sono ancora oggi. Non forzo sistemi governativi, non rubo carte di credito, non frodo poveri malcapitati mandando email fraudolente. Non sono un malvivente. Quella hacker è una vera e propria filosofia. Filosofia dello studio, non dell'illegalità.

Beppe racconta del suo primo Macintosh, esposto in salotto: un pezzo d'arredamento moderno. Certo questo non lo rende un hacker informatico ma, dopo questa rivelazione, tutti noi «di tecnologia» lo guardiamo con simpatia e decisa approvazione. Lui è un hacker delle civiltà: girando ha imparato a studiare a fondo i diversi popoli e a riconoscerne pregi, difetti e punti deboli. Ma non li usa per truffare nessuno.

Un saluto.

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