Se i nostri figli picchiano dei ragazzi e si riprendono con i cellulari e' colpa di Google! (!!!)

CyberbullismoNelle ultime settimane non si parla d'altro: giovani che fanno cose assurde (violenze di gruppo, stupri, picchiano coetanei con qualche problema, ecc.) e si riprendono con le videocamere dei propri apparati mobili. Poi diffondono i video utilizzando strumenti di ogni genere (p2p, Google Video, YouTube, community MSN, ecc.).

Notizia di pochi giorni fa: la procura italiana ritiene Google responsabile della pubblicazione (!!!) di un video in cui alcuni minorenni picchiano un loro sfortunato compagno di classe, disabile. Ma la procura italiana sa cos'e' Google Video? E come finira' la questione?

Cerchiamo di guardare la cosa in maniera piu' oggettiva: dei ragazzini minorenni picchiano un coetaneo, lo riprendono e trovano un modo per diffondere il filmato. E' piu' grave la violenza o la diffusione del filmato??? O meglio: e' piu' grave che i ragazzini non abbiano avuto rispetto per un loro coetaneo (con l'aggravante dell'incapacita' di difendersi del povero malcapitato) facendo qualcosa di terribile ed inenarrabile oppure che Google avesse fornito degli strumenti di diffusione?

Premettiamo che la rete Internet e' una giungla. Su questo non ci sono dubbi di alcun tipo. Si trova di tutto, si puo' fare di tutto e, per come e' strutturata, e' praticamente incontrollabile. Siti web pieni di materiale pornografico, materiale di dubbio gusto, notizie false e tendenziose, imprecisioni bestiali che possono causare guai ben piu' grossi (si ricordi, qualche anno fa, delle informazioni per costruire una bomba in casa).

Questo dovrebbe essere il primo concetto chiave. Ma sembra che le nostre istituzioni tardino a comprenderlo, tentando di fare delle leggi assurde (o delle uscite improponibili) e di imporre un controllo sulla rete. Cosa vuoi controllare? Tutto il mondo? Cosa volete fare, applicare la regola delle intercettazioni telefoniche anche alla rete Internet? Si arriverebbe all'assurdo, non si potrebbe piu' andare da nessuna parte se non e' stato preventivamente approvato da chi di dovere. Solo i siti certificati verrebbero permessi. Ma stiamo scherzando???

Questo testimonia la solita incompetenza tecnologica di chi ci dovrebbe controllare, la solita rigidita' burocratica alla quale molti dei nostri rappresentanti (politici e giudiziari) sono legati, gli stessi che dicono che uno stupro di una ragazza con i jeans e' meno grave perche' deve essere stata consenziente poiche' togliere i jeans non e' un'operazione facile (e se l'ha minacciata? beh, si fa una denuncia di tipo diverso, si aspettano altri 20 anni e poi si vede...).

Si perde pero' di vista il nocciolo vero della situazione: dei ragazzi hanno picchiato un coetaneo indifeso e resteranno, con buone probabilita', impuniti poiche' minorenni. Cosa impareranno da tutta la questione? Che loro hanno le spalle coperte. Cosa faranno la prossima volta? Beh, magari uno stupro, tanto...

Signori miei, non e' una questione tecnologica ma culturale: la famiglia, da sempre il fulcro della societa', dovrebbe essere piu' presente e meno tollerante nei confronti di comportamenti del genere. Al giorno d'oggi se il ragazzo va male a scuola e' colpa dell'insegnante (o del modello scolastico sbagliato), se non rispetta gli anziani e' colpa dei Simpson, se picchia un coetaneo e' colpa di Google che gli diffonde il filmato. Se corre in auto e' colpa di Jean Todt, se cade dal motorino e' colpa di Valentino Rossi e cosi' via. Siamo cosi' abituati ad avere "diritto" a tutto (sconti sui prodotti al centro commerciale, tariffe promozionali sulle telefonate, omaggi di ogni genere se acquistiamo saponette profumate) che non abbiamo piu' doveri. Critichiamo la classe politica ma continuiamo ad eleggere sempre i soliti nomi, destri e sinistri. Ci lamentiamo del malfunzionamento di Windows ma disinstalliamo Linux perche' su Messenger non ci sono le iconcine animate.

Ricapitolando, insomma, evitiamo le assurdita'. Google non puo' controllare nostro figlio, noi dobbiamo farlo. Se poi viene su con criteri sbagliati non e' (solo) colpa di cio' che c'e' a questo mondo perche' il mondo inizia nella nostra casa. Se la mamma insegna alla bimba che andare in palestra 3 volte a settimana e' necessario altrimenti "sei brutta e non ti vuole nessuno", la bimba crescera' col terrore di non essere accettata dalla societa'.

Lo strumento informatico pone solo di fronte a nuove scelte e a nuove possibilita'. Siamo noi a dover decidere come usarlo, nel bene e nel male. Non puo' e non deve esistere un controllo dall'alto, a meno di non voler essere in un regime dittatoriale mediatico. Il buon senso deve prevalere in ognuno di noi, altrimenti siamo pronti solo ad autodistruggerci.

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