Ubuntu e altre distribuzioni non impediscono una morte prematura dei nostri dischi fissi
Nel lontano Settembre del 2006 e' stato segnalato un bug sul launchpad di Ubuntu. Specialmente sui notebook si e' notato un incremento sostanziale del numero di "spegnimenti/accensioni" del disco e del parcheggio delle testine. Questo viene fatto per minimizzare il consumo energetico, ridurre la temperatura e per ridurre le possibilita' di danneggiare il disco a causa di un movimento o colpo improvviso. Il problema si pone considerando che i dischi rigidi dei portatili di solito reggono dai 300 ai 600 mila spegnimenti/accensioni (o parcheggi di testine), poi tendono a dare problemi. Sembra, quindi, che sotto Ubuntu (ma anche altre distribuzioni) questo numero cresca molto rapidamente, al ritmo anche di 1000/2000 cicli al giorno, mandando in rovina il disco in questione in pochi mesi.
Circa un anno dopo la notizia si sparse, grazie anche ad un post su Slashdot. Feci dei test sul mio HP. Aveva poco meno di 3 anni e il numero di cicli era intorno ai 150.000, perfettamente in linea con la vita dell'apparecchio. Si stima, infatti, che i dischi dei portatili durino dai 3 ai 5 anni.
Non mi sono piu' posto il problema, dimenticandomene del tutto ma ieri sera, mentre usavo il mio nuovo Acer sotto Hardy, ho notato che sentivo spesso dei "click", come se il disco parcheggiasse continuamente le testine. Vado a vedere e... in 25 ore di uso, 1760 cicli.
Corro subito ai ripari e disattivo il risparmio energetico, poi mi metto a cercare.
Scopro che il problema non e' legato a Ubuntu o ad altre distribuzioni ma ai produttori dei dischi e dei notebook stessi. Essi sanno che Windows mette le mani ovunque, compresi i settaggi del risparmio energetico preprogrammati in bios (o nei firmware dei drive) e impostano al "massimo risparmio" i propri prodotti.
Ubuntu, cosi' come altre distribuzioni, parte dal presupposto che i produttori sanno cio' che fanno e non reimposta questi valori. Il risultato e' che la macchina tenta di parcheggiare le testine anche ogni secondo e che esse vengono rimesse in moto ad ogni attivita' di disco. Pur avendo stabilito che Ubuntu effettua troppi accessi al disco, il team della Canonical ha deciso che il problema e' quindi da imputare ai produttori ma non si puo' ignorare visto che, come al solito, i produttori risponderebbero che GNU/Linux non e' ufficialmente supportato e, quindi, sarebbero solo fatti nostri.
Da molti mesi gli sviluppatori delle varie distribuzioni hanno cercato di trovare una soluzione. La migliore, al momento, sembrerebbe essere quella di disattivare il risparmio energetico sui dischi ma, in alcuni casi, potrebbe avere come effetto collaterale un surriscaldamento degli stessi, riducendone comunque la vita. Nessuna soluzione definitiva e' stata comunque trovata dal team Ubuntu e quindi anche Hardy, di default, puo' accorciare di moltissimo la vita del proprio disco fisso.
Si spera che una qualche strada venga proposta prima dell'uscita definitiva della 8.04 poiche' manca meno di un mese e non sarebbe bello pubblicare una versione LTS (ovvero con supporto a lungo termine) con un problema del genere, specialmente dopo le polemiche che ci sono state in concomitanza con il rilascio della versione precedente, l'ancora attuale 7.10 "Gutsy Gibbon".
Invito quindi tutti gli utenti di portatili a leggere e mettere in pratica quello che c'e' scritto qui, con del sale in zucca. Nel mio caso, ad esempio, passare "128" ad hdparm quando sono a batteria e' comunque una scelta sbagliata e il sistema continua con il suo parking selvaggio. Ho messo a 200 e, probabilmente, non parcheggera' mai. Per ora, mi accontento, considerato anche che il portatile lo uso quasi sempre collegato alla corrente elettrica.
Anche OpenSUSE ne e' ancora affetta e comunque anche le altre distribuzioni hanno al massimo trovato un "workaround".
A volte penso che gli sviluppatori si curino poco di queste cose. Si pensi anche a Torvalds stesso: ha praticamente ammesso di non usare quasi mai portatili e, quindi, di essere "moderatamente disinteressato" alle problematiche ad essi relative.
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