Windows va perdonato, gli altri...NO! - Storie dalla sala macchine
Capita spesso di incappare in qualche malfunzionamento informatico. A volte è dipendente dall'hardware, altre volte dal software. Ci sono infatti moltissime variabili in gioco ed ognuna di esse può essere fonte di problemi.
Cambia, però, l'atteggiamento delle persone. Si tende, infatti, ad essere più indulgenti nei confronti di alcuni sistemi rispetto ad altri. Paradossalmente, si è più indulgenti nei confronti di quello che si è pagato di più. Assurdo, ma è così.
Assisto quotidianamente a situazioni del genere e, quando questo non avviene, sento racconti.
La settimana scorsa, ad esempio, stavo tenendo dei corsi di formazione ed una delle persone venute ad assistere, una responsabile amministrativa di una nota azienda pubblica di Padova, mi ha raccontato un fatto molto interessante. Lei ha scelto di usare OpenOffice e non ci sono mai stati problemi di alcun genere. Un giorno la chiamano da un ufficio dicendo che un file da lei prodotto manda in crash il loro MS Office 2003. La signora lo modifica, lo esporta e lo rimanda: niente, non cambia nulla. Immediatamente insorgono le polemiche contro la scelta di OpenOffice, insistendo che la fonte dei problemi è la sua difformità rispetto al software principe: MS Office. La signora decide di fare una prova intelligente: apre il documento con OpenOffice ed effettua una operazione di "copia e incolla" all'interno di una pagina MS Office 2003 sul suo computer, impacchetta il tutto e lo rimanda. Risultato: crash. Dopo qualche analisi e qualche test, hanno deciso di riformattare la macchina che andava in crash poiché "il sistemista veniva chiamato continuamente a fronteggiare l'instabilità di quel computer e quella copia di Office andava in panne almeno 4/5 volte al giorno". Di chi era, dunque, la colpa? Non certo di OpenOffice, ma tutti l'avevano subito attaccato. Era il "diverso".
Porto qualche altra esperienza personale.
Si installa Ubuntu su una macchina client e si collega la stampante. Dopo 20 secondi era già pronta a stampare e tutto ha funzionato regolarmente per qualche giorno. Arriva una telefonata: "senti, scusa, ma questa macchina non stampa più. Rimettiamo Windows, evidentemente Ubuntu non è stabile abbastanza con le stampanti". Indago e... scopro che da quella macchina era stata tolta la stampante molto tempo prima perché aveva le USB danneggiate e funzionavano una volta su tre. Si erano però ben guardati dal dirmelo, o forse si erano dimenticati, ma il risultato è che la colpa era immediatamente caduta su Ubuntu. Da Windows si accettava, da GNU/Linux no.
Azienda medio-grande, installo un server antispam-antivirus per la posta elettronica. Hanno Exchange e gli strumenti Symantec non sembrano essere molto efficienti nei confronti dell'ondata di spam in arrivo in quei giorni. Metto quindi il server Debian a monte e, dopo averla filtrata, passa la posta agli strati successivi. Dopo qualche ora dal setup, tutti che si congratulano e meravigliano per l'efficienza del primo livello. Passano settimane, mesi e tutto procede regolarmente. Un giorno mi arriva una telefonata: "corri, il server Linux non consegna più la posta". Prendo la macchina e vado. Al mio arrivo trovo i due sistemisti e il responsabile che cercano disperatamente di accedere alla macchina Linux da remoto ma questa non risponde. Iniziano tutto un discorso legato al fatto che ha funzionato bene ma che in questa occasione ha dimostrato la sua instabilità, che dobbiamo comprare qualcosa di più efficace e stabile, magari un Linux a pagamento e non questa Debian perché nessuno ce la garantisce, ma che comunque bisogna pianificare un ritorno a Windows perché Linux, che passa per sicuro e stabile, ha appena mostrato di non esserlo. Io cerco di calmarli, di spiegare che ci sarà sicuramente un motivo, bla bla bla... insomma, due ore solo a dare spiegazioni in merito e nessuno di loro sembrava convinto. Ormai avevano deciso: quel Linux va rimpiazzato, non è stabile. Ci vuole il caro vecchio Windows. Per un crash dopo mesi? E poi perché la macchina ha crashato? Spiego di voler procedere ad un controllo invece che continuare a perdere tempo nelle disquisizioni filosofiche su Windows e Linux e chiedo loro di mostrarmi il server. Scendiamo sotto e vedo l'intero rack spento. Chiedo spiegazioni e loro dicono di non essersi resi conto dello spegnimento. C'era stato un sovraccarico sull'UPS e aveva interrotto l'alimentazione. Indignato per tutta la questione (mi hanno fatto correre e non hanno controllato neanche l'alimentazione della macchina???) chiedo: "ma le altre macchine nel rack... non vi siete accorti di niente?". La risposta è agghiacciante: "si, certo, abbiamo visto andare giu anche Exchange ma quello non ci meraviglia, visto che lo dobbiamo riavviare almeno tre volte al giorno in maniera brutale". Insomma: da Exchange si accetta, da Linux no.
Non bisogna mai avere troppi preconcetti.
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