Vendo il Nokia N80
Vendo il mio Nokia N80, in perfette condizioni.
Venduto!
Vendo il mio Nokia N80, in perfette condizioni.
Venduto!
Dopo la parte 1, con l'informatico della porta accanto e la parte 2, con il capiscione aziendale, la parte 3, con l'uomo piccolo e fragile, andiamo ora ad analizzare un altro tipico "soggetto" informatico: l'uomo-mela (o uomo Apple).
Esso si distingue in quanto contestatore. Se giovane, tende ad essere trendy e spesso non sa esattamente cosa sia un Apple e perche' questi computer abbiano avuto tanta importanza nella storia dell'informatica (anche se oggi non c'e' piu' differenza da un normale PC). Se un po' piu' avanti con l'eta', diventa decisamente piu' interessante. Questa persona, infatti, ha scoperto gia' da tempo che esiste qualcosa di meglio rispetto a quello che buona parte del mondo considerava IL sistema operativo e combatte da anni per far riconoscere il valore del proprio sistema.
In un'epoca fatta di DOS, lui era gia' in grado di lavorare con della grafica e con uno strano e inqiuetante oggetto sulla scrivania che gli inglesi chiamano "mouse". Decisamente avanti, non c'e' che dire, e ha tutta la mia ammirazione.
Purtroppo, come spesso accade, spesso si fa trascinare: quello che dice Steve e' oro colato, tutti quelli che non usano Mac sono dei bifolchi (informatici), guardano GNU/Linux con diffidenza e dicono che il loro sistema fa tutto meglio, si fidano ciecamente di quello che Apple vende e mette l'adesivo sull'auto/moto/porta di casa/valigia/macchinetta del caffe'. Qualcuno, molto accorto, ha iniziato a porsi delle domande: da quando l'azienda ha abbandonato l'architettura Power, decantata per anni, per abbracciare la comune x86 (da loro considerata il diavolo fino a sei mesi prima), ha deciso di ri-chiudere il kernel di MacOS (dopo aver spinto verso l'open-source, anche se in realta' sempre a modo loro), applicato un controllo pazzesco su tutto il loro hardware (si vedano i nuovi iPod, iPhone, iQuellochevipare)... qualcuno ha cominciato a capire che quest'azienda non e' molto meglio della sua acerrima e storica rivale. Vuole fare soldi e, per ottenere il suo scopo, cerca di monopolizzare il mercato tarpando le ali ai propri utenti. "Devi accettare quello che io ti fornisco, non cercare altro" sembra essere l'odierno motto di questa azienda.
Il vero uomo-mela lo accetta perche' "Steve ha sempre ragione" (e qui non c'e' molta differenza rispetto a chi dice che la stessa cosa su Bill), quello piu' accorto si comincia a porre delle domande.
Fino a qualche anno fa, quindi, il mac-user tipico era l'utente che non voleva piu' sottostare all'egemonia M$, voleva sistemi affidabili, ben fatti, curati, costosi e aveva tanta voglia di capire ed esplorare. Oggi i nuovi mac-user sono tendenzialmente persone attirate dal design, dal "fa figo", dal trend commerciale di Apple (sembra assurdo ma e' cosi', gente dice che se guadagnano tanto non possono sbagliare...piove sempre sul bagnato) e che neanche capiscono cosa c'e' di diverso tra il loro nuovo MacBook e un Dell. In effetti, oggi, l'unica cosa che cambia in maniera marcata e' il prezzo.
Sono stato un mac-user anche io. Nel 2002 mi sono comprato un meraviglioso iMac verde usato. L'ho usato tanto, poi ho deciso di prendere (nel 2003) un iBook G4. Portatile che ancora adesso fa il suo lavoro (a casa perche' la batteria e' andata) e si comporta egregiamente. Entrambi, negli ultimi tempi, montano GNU/Linux. Poi la Apple ha cambiato direzione e ho ricominciato a guardare verso altri orizzonti. Non mi piacciono le aziende che tagliano le gambe ai propri clienti. L'hardware e' mio e ci faccio quello che mi pare, TPM e DRM non sono graditi. E neanche il fatto che non mi fate installare Linux sul mio iPod 2GB (seconda generazione).
L'uomo-mela, invece, continua la sua crociata. Dice che MacOS 9 era gia' il top (peccato che non avesse neanche la memoria protetta, ma era l'epoca di Win98, quindi...), che MacSoup e' il miglior news-reader esistente al mondo (qui concordo, e' davvero ben fatto), che tutto l'hardware che non e' compatibile con Mac fa schifo e che chi usa Finestre non capisce un fico secco di informatica.
Ritengo quindi che l'uomo mela sia un prototipo/parente prossimo del Linux/*BSD/BeOS/ecc geek, ovvero quell'utente talebano che non riesce a superare le differenze tra il proprio sistema operativo e gli altri, etichettandoli come "robaccia".
Ad ogni modo, ho tenuto i miei adesivi Apple (non amo attaccare roba sulla macchina) e penso che, prima o poi, ne faro' buon uso. Intanto, da qualche anno, ho fatto buon uso dell'adesivo "Designed for Windows XP": ora segnala l'hardware migliore su cui suddetto OS possa girare
Addendum: per tenere fede al proprio nome, lo sciacquone si e' rotto. Per tirare l'acqua usiamo un secchio. Anche il WC mi ha mandato in crash...
Dopo la parte 1, con l'informatico della porta accanto e la parte 2, con il capiscione aziendale, andiamo ora ad analizzare un altro "animale" del panorama informatico: l'uomo Micro-Soft ovvero l'uomo piccole e fragile.
No, non sto parlando del signor Guglielmo Cancelli in persona (che dice che la riga di comando e' superata e poco intuitiva e poi crea un sistema operativo il cui spegnimento e' celato dietro un INTUITIVISSIMO pulsante con scritto "Start"...in riga di comando? Basta scrivere "halt". No, decisamente meno intuitivo.) ma di quei tizi che lo adorano quasi fosse una divinita' pagana o un leader politico che ha promesso di azzerare le tasse.
Si pongono da informatici esperti e coscienziosi. Dicono di aver visto di tutto, di aver fatto esperienza anche con le calcolatrici tascabili ma in poco tempo si tradiscono e tirano fuori quella che e' la loro vera indole: l'amico di Bill.
Chi possiamo definire amico? Beh, c'e' tutta una canzone degli anni '80 che lo spiega. In breve definirei amico colui che ci difende, che ci ascolta anche quando diciamo fesserie, che ci consiglia e ci conforta quando siamo tristi.
Ebbene, il loro amico e' Bill:
Queste persone si innamorano perdutamente e non lasciano piu' il loro credo. Nessuna soluzione software e' davvero innovativa se non lo dice Lui, nessun software puo' essere giudicato affidabile se non lo ha prodotto Lui, GNU/Linux e' il nemico e va tenuto alla larga (tanto il vero business non si fa con quella roba, quei cretini al massimo danno cd gratis o pinguini brutti e tristi).
Hanno un concetto tutto loro di sicurezza informatica che, poi, e' quello che Bill li induce a credere. Se ci sono milioni di virus che proliferano grazie ad uno script in un sito web non e' colpa di chi ha fatto il browser o il sito web ma tua, che vai in certi siti, oppure del mondo che e' brutto e cattivo e ci si deve difendere. Come? Serrando tutto senza alcun controllo. Poi magari l'utente condivide tutta la Documenti su peer-to-peer. No, purtroppo a questo Bill ancora non puo' porre rimedio ma potra' farlo a partire da Windows 2018, quando la M$ dovra' firmare digitalmente anche la lettera alla tua dolce meta' altrimenti non e' considerata sicura. Perche' Bill e' un amico vero, e lui sa cosa e' giusto per il tuo silicio.
Un mio cliente (intelligente) vuole mettere un server GNU/Linux sulla sua ADSL di casa. Questo server dovra' svolgere alcuni compiti come raccogliere la posta da varie caselle, filtrare spam e virus, controllare via transparent proxy quello che transita, dargli un sistema di Groupware, fare da centralino VOIP, eccetera. Qual'e' il problema? Il responsabile informatico dell'azienda per cui lavora, stretto "amico" di Bill, non ci sta: poiche' dal suo portatile (dietro quella macchina) potra' collegarsi ai server aziendali, lui DEVE avere il controllo totale della macchina. "E se poi quel server si mette a mandare robaccia ai nostri sistemi? Come faccio a controllare?". Non ha ancora capito che i bit non sono come i batteri e che, se ben filtrati, restano all'esterno. Non c'e' bisogno di controllare tutto, basta solo controllare quello che entra.
No, Bill insegna che si deve controllare anche tutto quello che esce. Quindi a lui non basta il suo portatile, vuole anche il server.
No, caro mio. Il tuo affezionato virus "Vista" su quel server non ce lo installi...su questo puoi stare tranquillo!
Ovvero, vi presento il Pearl!
Dopo alcuni giorni di riflessione ho deciso di prendere un BlackBerry 8100 Pearl nero. Perche'? Proprio la piattaforma piu' chiusa in assoluto? Per una volta, si'.
Ho effettuato alcune ricerche e mi sono informato: il BlackBerry racchiude alcune di queste caratteristiche e, negli ultimi modelli, riesce a coniugarle con un'estetica davvero notevole e un peso ridicolo (87 grammi con tanto di batteria, misurato!). Ho quindi preso un pacchetto Tim, confidando sul fatto che non fosse Operator Locked. Sbagliato: al primo tentativo di inserire la mia scheda Vodafone il Pearl mi ha suggerito di rimettere quella dell'altro operatore attraverso un laconico "sim non valida".
Non mi sono preoccupato, avevo letto che e' possibile sbloccarlo chiamando semplicemente il 119 e fornendo i dati dell'apparecchio. Ho quindi tentato ma l'operatore mi ha subito demoralizzato: "I BlackBerry Tim sono operator locked e non si possono sbloccare. Punto". Riappendo, aspetto cinque minuti e riprovo, cambiando versione. "Salve, un mio collega la scorsa settimana ha avuto il codice di sblocco del BB chiamandovi. Volevo fare la stessa procedura.". L'operatore, in evidente difficolta', mi ha passato il servizio tecnico che mi ha fatto partire la procedura che, pero', e' stata bloccata poiche' la sim card legata al BB non era ancora attiva.
Ricordo che, per legge, tutti i terminali regolarmente acquistati (dunque non in comodato d'uso) e pagati a prezzo pieno non possono essere bloccati da parte dell'operatore telefonico.
Ho dovuto aspettare 3 giorni per l'attivazione della sim e, a quel punto, ho potuto riprendere la procedura di sblocco.
Ho atteso altri tre giorni e alla fine, alle 21, un operatore mi ha comunicato il fatidico codice. Nel giro di dieci minuti (e dopo una settimana dall'acquisto) ho finalmente inserito la mia scheda Vodafone nel piccolo Pearl, ormai stanco di essere abbandonato (acceso) sul tavolo di casa. Aspetto il mattino successivo e chiamo la VF per richiedere l'attivazione dei servizi BlackBerry sul mio contratto. Purtroppo, cosi' come con la Tim, mi scontro con operatori gentilissimi ma del tutto impreparati: alcuni si confondono con le offerte flat GPRS, altri pensano al contratto business che fornisce anche il terminale, altri ancora continuavano a insistere che gli MMS erano gia' configurati sul mio telefono. Dopo qualche minuto riesco a parlare con un ragazzo molto gentile e competente che mi comunica la avvenuta richiesta e che avrei ricevuto conferma entro circa 24 ore, ma che la mia vecchia sim 8k (del Gennaio 1998!) potrebbe non essere del tutto compatibile con questi servizi avanzati. In pochi giorni ho sentito spesso questa storia, sia dalla Vodafone che ai banchi di telefonia dei centri commerciali. Operatori, addetti e commessi forse ignorano che la sim e' totalmente al di fuori di queste cose e puo' essere importante solo ai fini di servizi particolari legati alla memorizzazione dati sulla stessa.
Ad ogni modo passano tre giorni e ancora niente. Richiamo la Vodafone e scopro che della mia richiesta non c'era nessuna traccia. L'operatrice, tra l'altro, era del tutto all'oscuro del significato della parola BlackBerry e deve cercare sul terminale. Lo trova, trova l'offerta ma non riesce a fare l'attivazione promozionale con primo mese gratuito. Non si perde d'animo e mi comunica che avrebbe fatto tutte le indagini e mi avrebbe ricontattato via SMS per darmi lo stato della situazione. Puntualissima, dopo due ore mi manda un SMS dicendomi che l'opzione era stata richiesta a costo zero e che entro 24 ore avrei avuto la conferma.
Neanche un'ora e arriva il messaggio di benvenuto. Cerco subito di configurare il tutto (i servizi BIS vanno inseriti nel sito web del gestore telefonico) ma si pone un problema: il mio terminale risulta legato ad un altro gestore.
Piccolo approfondimento: il BlackBerry si collega ad Internet tramite il gestore telefonico MA utilizza un APN particolare (blackberry.net). La RIM, azienda produttrice del suddetto apparecchio, fornisce i servizi per i propri terminali. Tecnicamente parlando hanno una buona infrastruttura: il traffico tra i terminali e i loro server viaggia criptato e compresso in modo da garantire la riservatezza e contenere il quantitativo di dati trasmessi. Obiezione principale: gestiscono tutto loro, controllano cosa possiamo o non possiamo fare, hanno le nostre informazioni. Piattaforma sigillata, insomma. L'opposto della mia filosofia informatica. Ma andiamo avanti.
RIM assegna un "PIN" ad ogni terminale permettendone il tracciamento (per la fornitura dei servizi) e la messaggeria PIN-to-PIN. Esso, dunque, non puo' essere registrato su piu' operatori contemporaneamente (in quanto RIM percepisce una quota per la fornitura del servizio). Il mio terminale sembrava dunque essere legato ad un altro gestore. Ipotizzo Tim, essendo l'apparecchio brandizzato da loro. Errore: provando ad effettuare il login sulla pagina BlackBerry di Tim scopro che anche secondo loro il terminale era "di un altro gestore". Chiamo il 119 e, dopo qualche spiegazione (non sapevano di cosa stessi parlando) mi effettuano la richiesta di controllo. Non mi ricontattano ma qualche ora dopo, automaticamente, vedo il BB collegarsi alla rete GPRS Vodafone e mi arriva un messaggio di collegamento da parte dei server RIM.
Effettuo il login sul sito BB Vodafone e tutto funziona. Finalmente posso configurare la mia casella di posta elettronica. In tempo reale il BB aggiunge automaticamente le opzioni nel suo menu e mi avvisa che in 20 minuti iniziero' a ricevere la posta sul terminale. Noto pero' che manca il browser Internet e tutto cio' che e' relativo alle connessioni esterne via Vodafone. Scopro che VF stessa doveva avermele mandate ma cio' forse non e' stato effettuato.
Chiamo il 190 e una gentilissima operatrice, dopo una decina di minuti di spiegazioni (continuava ad insistere che mi doveva inviare l'sms autoconfigurante per gli MMS ma che non trovava il BlackBerry tra i terminali) decide di parlare con il servizio tecnico. Due minuti dopo vedo il BB riempirsi di icone e riavvio. Ci siamo.
Finalmente il Pearl e' pronto. Siamo a ieri pomeriggio.
Impressioni dopo 24 ore di utilizzo:
Approfondendo questo ultimo punto e facendo delle ricerche sono giunto alla mia personale opinione che l'UMTS e', allo stato attuale, il classico specchietto per le allodole (o, concretamente parlando, la "killing feature" che serve a far rinnovare il parco-telefoni). La copertura e' ancora molto limitata (a parte 3), i malfunzionamenti sulla rete UMTS sono abbastanza frequenti e la velocita' di navigazione e' tutt'altro che elevata. Non conoscevo EDGE e ho scoperto che, allo stato attuale, e' forse piu' comodo e conveniente dell'UMTS stesso (non richiedendo nuovi ripetitori) e sfruttando i canali delle attuali infrastrutture. Peccato che Vodafone non abbia copertura EDGE ma abbia puntato tutto sull'UMTS. Certo, l'UMTS supporta le videochiamate. Fondamentali, utilissime, necessarie (secondo gli spot dei gestori). Inutili, dispendiose e scomode (secondo me).
Nel complesso, per ora, sono soddisfattissimo. I problemi principali sono quindi legati ai gestori che non sanno trattare questo tipo di apparecchi (in Italia ce ne sono veramente pochi rispetto al resto dell'Europa, senza contare gli USA) e costi elevati per i contratti BB (attualmente Tim 12 euro con 400 MB/mese, Vodafone 15 euro con 500 MB/mese). E solo sul territorio nazionale (in Roaming si paga, e profumatamente, per ogni KB inviato).
Bisognerebbe convincere i gestori che gli utenti, nel 2007, vogliono servizi integrati di connettivita', posta elettronica e Instant Messaging a disposizione. Purtroppo gran parte del principale bacino di utenza e' fatto di ragazzini che spediscono 300+ sms al giorno, che comprano apparati costosissimi e li cambiano dopo due mesi perche' "e' uscito il modello nuovo" oppure "faceva delle foto poco definite".
Ma loro tirano fuori quintali di euro (dei loro genitori) e quindi fanno il mercato.
Sigh...
Sono sempre stato affascinato dal mondo del Mobile. Sono stato uno dei primi utenti del mitico Nokia 7650, uno dei primi smartphone per il mercato consumer. L'ho usato tantissimo, ci ho fatto davvero di tutto (con tanto di abbonamenti flat GPRS per usarci Jabber, MSN, ICQ, ecc.) e sono arrivato al punto di dismetterlo perche' la tastiera cominciava a dare problemi di affidabilita'. Aveva pur ragione, dopo tutto quell'utilizzo! E' stato un prodotto eccellente e continua a dare un onorato servizio, quando ce ne e' ancora bisogno.
Poi c'e' stata una parentesi con un Sony-Ericsson P800 che, purtroppo, non ha soddisfatto le mie aspettative (non sopporto i pennini... ma mi ha permesso di terminare Monkey Island 1,2, Indiana Jones 4 e Day Of The Tentacle utilizzando la ScummVM! :-) ).
Sono quindi tornato a Nokia, ad un eccellente 6630 che continua a servirmi egregiamente come telefono da lavoro, mi ha permesso di girare l'Europa (grazie al TomTom) e svolge ancora un lavoro eccellente. Ottimo apparato, per la sua epoca.
Qualche mese fa, preso da una voglia irrefrenabile di Wi-Fi, ho preso un Nokia N80. Eccellente apparecchio sotto quasi tutti gli aspetti ma... manca qualcosa. Cosa? La tastiera. Non credo sia possibile lavorare solo con i tastierini numerici e T9, specialmente quando si deve scrivere qualcosa di complesso e
le ipotesi stupide del suddetto T9 diventano piu' comiche che utili (emsn al posto di dopo, ko al posto di lo)...
So che esistono tastiere esterne bluetooth ma credo siano molto costose. Da qualche giorno, allora, mi sono messo a dare
un'occhiata a terminali dotati di tastiera. A parte il Nokia E61, ottimo apparecchio sotto molti aspetti ma ancora troppo "symbianoso", tutti gli altri sembrano avere lacune. HTC, Palm, Blackberry, Samsung vari sembrano condividere una comune caratteristica: la mancanza di caratteristiche.
All'uno manca l'UMTS, all'altro il Wi-Fi, il primo monta Finestre Mobile (senza offesa ma preferirei evitare), l'altro ha la batteria dall'infima durata, quello e' lento, quell'altro e' poco contrastato... non esiste un terminale ben fatto. Forse proprio i Palm sembrano avvicinarsi di piu' al mio modello ideale (passando sopra a Finestre Mobile) ma hanno un difetto abbastanza pesantuccio: quelli decenti costano quasi quanto un notebook. Ok per la portabilita', ok per il diverso target di mercato, pero'...
Forse sono io che chiedo troppo, forse le aziende non hanno interesse a fare un buon prodotto completo.
Ma mi sento frustrato, basterebbe cosi' poco... e anche il telefono opensource, il Neo1973 si fa beffa di me: non ha la tastiera ma l'odioso, antipatico e scomodo touch screen.
Del resto Apple insegna: lo smartphone non deve essere un telefono/ufficio portatile ma un lettore multimediale per quindicenni (fuori, dentro o in entrambi i casi) trendy.
Meditate...