"Scusi, avrei bisogno di un'informazione: mi saprebbe indicare la strada per..."
Chi di noi non ha pronunciato questa frase (o una sua qualsiasi variante) almeno una volta nella propria vita? Tutti, prima o poi, si sono trovati a dover viaggiare in luoghi sconosciuti, senza conoscerne la strada e senza avere la minima idea della direzione da intraprendere. Perdersi? Una certezza e, forse, e' parte di quell'emozione che si ha quando ci si trova in viaggio.
Quante volte, pero', questa situazione si crea quando si viaggia per lavoro o in caso di emergenza? Cosa accade se, cercando in piena notte la piu' vicina farmacia di turno nel luogo di villeggiatura, ci si ritrova nel bel mezzo di un poco raccomandabile quartiere di periferia? L'emozione dell'incognita lascia il posto ad un forte senso di frustrazione e di insicurezza, il tutto condito con una buona dose di parolacce.
Ricordo ancora quando, nel 1997, un elettrauto ci racconto' di come stessero montando, su TIR e mezzi da lavoro, degli apparecchi straordinari, capaci di seguirti lungo la strada e dirti, svolta dopo svolta, la direzione da seguire.
Blaupunkt TravelPilot RNS149
Certo, la spiegazione era molto approssimativa e le sue informazioni tecniche erano visibilmente inesatte (cito: "il navigatore dice al satellite dove ti trovi e quello, guardando continuamente con le telecamere tutte le strade del mondo, capisce dove devi andare in base all'indirizzo che metti"), ma qualcosa di prodigioso si poteva fiutare nell'aria.
Mio padre, sempre attento a questo tipo di innovazioni, ne acquisto' uno nel 1998: uno dei primi apparati consumer (Blaupunkt RNS149), era in realta' una radio con uno slot per inserire un cd-rom con la cartografia, con navigazione a pittogrammi e con una simpaticissima propensione al ricalcolo. Le mappe, infatti, non erano assolutamente complete e coprivano poco piu' del 50% del territorio nazionale ma era fantastico in ogni sua manifestazione, anche quando arrivavi in fondo ad una strada, costeggiando la spiaggia, dicendoti infine di "girare a sinistra", ovvero verso l'acqua del mare. :-) Andando a Bologna, poi, mostrava tutto il suo valore: nella grande citta' si riusciva a girare senza dover rallentare e senza alcuna esitazione. Il piccolo Blaupunkt poteva orientarsi anche nei famosi "canyon urbani" poiche', pur avendo un primordiale ricevitore GPS dalla scarsissima sensibilita', beneficiava di un collegamento al tachimetro della vettura, di un sensore collegato al cambio (per sapere quale fosse la direzione di marcia) e di un giroscopio per conoscere l'inclinazione e la direzione.
"Fate inversione a U"
Era lento nel calcolo della rotta ma mostrava gia' quelle che sarebbero state le potenzialita' di un sistema del genere. Nessuno, a parte camionisti, forze dell'ordine, tassisti e agenti di commercio, aveva un apparecchio del genere e io fantasticavo che nel giro di qualche anno tutti ne avrebbero avuto uno, aumentando inoltre la definizione delle mappe in maniera esponenziale.
Come previsto, nel giro di qualche anno i prezzi iniziarono a scendere e gli apparecchi ad aumentare le proprie capacita' di calcolo, di precisione e le mappe iniziarono ad avere una copertura molto piu' ampia, giungendo a comprendere anche i numeri civici di tutti i comuni con piu' di 5000 abitanti. Fu proprio in quel periodo che i maggiori produttori di apparati per auto e di GPS lanciarono dei navigatori satellitari "portatili": erano apparecchi che non necessitavano di collegamenti ad antenne esterne o al tachimetro, avevano una batteria (dalla scarsa autonomia) o davano la possibilita' di inserire delle normali pile e basavano tutte le loro decisioni sul segnale GPS. In mancanza di esso, infatti, il navigatore smetteva di dare qualsiasi indicazione e ci si ritrovava senza una valida guida.
Uno dei primi e dei piu' validi modelli in circolazione fu il Garmin StreetPilot III. Grosso e pesante, aveva una costosa e piccola scheda di memoria che andava caricata con le mappe necessarie a partire dal cdrom fornito in dotazione. Ottimo (e lentissimo) nel calcolo, dava sempre delle buone indicazioni vocali ma aveva la tendenza a perdersi molto spesso, nonche' a
Garmin StreetPilot III
non essere proprio "user friendly". Gia', perche' uno dei principali problemi legati a questo tipo di dispositivi era proprio la macchinosita' a cui si andava incontro quando si voleva impostare una destinazione. Eravamo ancora relativamente lontani dai touch screen e dai menu del tipo "dove vuoi andare", lasciando spazio ad una schiera di pulsanti all'apparenza tutti uguali. Aveva pero' una visione cartografica della strada (solo 2D) e "parlava molto", a differenza di altri che si azzittivano per decine di chilometri, senza lasciarti capire se erano solo in attesa di dare una nuova indicazione o se si erano persi.
Il prezzo elevato e la scarsa maneggevolezza dell'apparecchio ne limito' l'applicazione da parte degli utenti comuni che, pero', ben presto impararono a comprendere il senso e il significato di questi massicci, colorati e particolari apparecchi che sempre piu' spesso si vedevano spuntare dai cruscotti di fieri colleghi automobilisti.
La vera rivoluzione si ebbe con l'uscita del TomTom: l'azienda produttrice, olandese, ha sin da subito messo in chiaro che voleva creare degli apparecchi piccoli, comodi, pratici e semplici da usare per permettere anche all'utente medio di beneficiare delle meraviglie della navigazione satellitare. Basati su kernel Linux e dotati di vista 3D (indispensabile per molti, io preferisco la 2D) questi piccoli gingilli iniziarono a prendere piede ad una velocita' entusiasmante.
Inizio' subito una corsa all'acquisto che ha portato, in pochi anni, ad una agguerritissima concorrenza di modelli e case diverse, mettendo il consumatore di fronte ad una scelta davvero ampia e i produttori ad una corsa al ribasso dei prezzi.
Oggi si riescono a comprare dei validi apparati con cartografia nazionale a meno di 100 euro.
Ci sono ancora moltissime persone che denigrano o che non si fidano. Sempre piu' spesso si sente, infatti, gente che dice "non lo voglio, guardo le cartine e sono sicuro di non sbagliare" oppure "se ne sentono tante di gente che e' andata a sbattere per colpa del navigatore, io non lo voglio usare".
Oggettivamente c'e' un fondo di verita' anche in questo: non e' raro, ad esempio, ricevere un'indicazione sbagliata basata magari su un calcolo effettuato su cartine non aggiornatissime. Se un senso unico viene invertito da un giorno all'altro, e' impossibile che il navigatore ne tenga conto e potrebbe suggerirne l'imbocco. Bisogna dunque ricordare che il navigatore e' uno strumento utilissimo, quasi indispensabile per moltissime persone, ma che va usato cum grano salis.
Alcuni modelli, poi, hanno la tendenza di prediligere le mulattiere alle comode strade statali solo per far risparmiare 20 metri di strada. La colpa e' degli algoritmi di calcolo che non tengono conto di questi fattori.
Parallelamente si e' assistito anche ad uno sviluppo di "software" di navigazione per cellulari o palmari. Personalmente ho girato mezz'Europa con il mio vecchio Nokia 6630 e TomTom installato al suo interno, collegati ad una antennina GPS esterna via bluetooth. A quel punto, il navigatore era davvero potenzialmente e silenziosamente arrivato nelle tasche anche dell'utente medio.
Quali sono gli sviluppi futuri, alcuni gia' in fase di sperimentazione? Aggiornamento in tempo reale delle mappe, sfruttando una connessione ad Internet; navigazione full-3d con vista dei palazzi e dei principali punti di riferimento che si possono vedere davanti ai propri occhi; aggiornamento in tempo reale delle posizioni degli autovelox, con preventiva segnalazione; calcolo degli itinerari sulla base del giorno e dell'ora, basandosi su dati raccolti da utenti che girano e che "registrano" i tempi di percorrenza nelle varie situazioni.
Il futuro portera' tantissime novita' e sorprese.
Andiamo ad analizzare quelli che possono essere i pro e i contro dell'applicazione dei navigatori satellitari:
PRO:
- Sicurezza stradale attiva: non c'e' piu' bisogno di rallentare solo per leggere i cartelli, mettendo in pericolo la propria l'altrui incolumita'
- Diventa impossibile sbagliare "di grosso" la strada: seguendo le istruzioni si arrivera' a destinazione, prima o poi.
- Sicurezza personale: non ci si deve mai fermare a chiedere indicazioni, minimizzando il rischio di aggressioni o di incidenti
- Calcolo dei tempi: si riesce ad avere un'idea di quanto tempo ci possa volere per arrivare a destinazione
CONTRO:
- Molti automobilisti si fidano ciecamente, commettendo delle infrazioni che potrebbero compromettere la sicurezza stradale
- Un gingillo in piu' con cui giocherellare quando invece si dovrebbe pensare a guidare
- Un altro oggetto che sarebbe meglio NON lasciare in macchina
Ricordate, nel frattempo, di allacciare le cinture e tenere gli occhi bene aperti: nessun navigatore, infatti, puo' ancora segnalarci che stiamo per andare a sbattere o rimpiazzarci nella guida! :-)
Aggiunta:
Nel Luglio 2011, grazie a questo articolo, sono stato intervistato in TV!